Via Crucis – Venerdì 19 Febbraio 2021

I Stazione: Gesù condannato a morte

Matteo 27, 22-26

Pilato disse alla folla: “Che farò di Gesù chiamato il Cristo?” Tutti gli risposero: “Sia crocifisso!” Ed egli aggiunse: “Ma che male ha fatto?” Essi urlavano: “Sia crocifisso!” Pilato lo consegnò ai soldati perché fosse crocifisso:

“Mi hanno portato qui, davanti a questo straniero per chiedere la mia condanna. Fino a ieri mi stavano dietro, sembrava pendessero dalle mie labbra, volevano toccare “anche solo il lembo” del mio mantello, si aspettavano il mio intervento per guarire ogni male… Per questo, forse, mi hanno portato qui: non sopportavano che io dicessi cose scomode: “Beati voi poveri…voi miti…, voi che cercate la pace…”

Oppure “gli ultimi saranno primi”…o ancora: ”son venuto a servire”…
Si aspettavano un RE con tanto di seguito armato, un Re che li liberasse dal l’oppressore romano,… li ho delusi, mi dispiace. Pilato non capisce perché mi vogliono morto: da uomo di “potere” si è accorto che non ho fatto alcun male, ma cede davanti alla loro richiesta “non val la pena inimicarseli per proteggere un poveraccio”… e mi condanna alla crocifissione.

Signore, ci sono anche io tra quelli che chiedono di toglierti di mezzo perché dici cose che non voglio sentire, perché per me sei uno specchio e l’immagine di me che scorgo in questo specchio è orrenda, non voglio riconoscermi in essa, preferisco romper lo specchio. Perdonami, Signore, perché ti ho fatto condannare.

II Stazione: Gesù riceve la croce

Matteo 15, 24

Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la mia croce e mi segua.

“Sono pronti: dopo avermi straziato la carne  a colpi di frusta, dopo avermi coperto il volto di sputi, dopo avermi spogliato delle vesti e burlato in ogni modo, ora vogliono che io prenda sulle mie spalle maciullate la croce per trascinarla fino al luogo che hanno scelto per l’esecuzione della condanna.

Il sangue mi cola da tutte le parti, fa caldo e il sudore si mescola al sangue e alla polvere e forma uno strato di fango che fa bruciare ancora di più le ferite che subito si infettano ed emanano un odore di marcio che attrae gli insetti : e sono essi  ormai a coprire  tutto il mio corpo. Il dolore per le ferite  è insopportabile, nell’orto degli ulivi, quando tutto  questo mi era passato davanti agli occhi come un lampo e avevo avuto la sensazione netta di ciò che stava per accadere, ho avuto paura, ho pianto, ho urlato, ho pregato “Padre, allontana da me questo dolore indicibile…”, ma poi la mente ha avuto un attimo di lucidità : “è proprio per questo che sono venuto…sia fatta la tua volontà ! “

Signore, tu soffri in maniera atroce: posso farti una confidenza? Io non riesco a capirlo, io non posso accettarlo: perché, perché, Signore? Perché soffrire tanto: tu, io, il bambino maltrattato, sfruttato, venduto, il giovane umiliato, sottopagato, imbrogliato, il vecchio lasciato solo, non curato da nessuno, derubato di quel poco che ha?

Ma tu hai detto: “Prendi la tua croce, rinnega te stesso” e io voglio cercare di seguirti veramente, non accettando le sofferenze senza  far nulla, ma sforzandomi per eliminare le situazioni di ingiustizia e sopruso che affliggono tante persone indifese.

III Stazione: Gesù cade la prima volta

1 Pietro 2,24

Egli portò i nostri peccati sul legno della croce, perché , non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siamo stati guariti.

“Sono caduto, anzi, ho cercato un po’ di sollievo, appoggiandomi a terra. Il sollievo, però, è scarso perché la croce  continua a pesare sul mio povero corpo pieno di piaghe e, poi, ora sono angosciato da un altro pensiero: mia madre: Non l’ho vista nel pretorio, ma sicuro c’era e chissà che tormento per lei sentire tutte quelle calunnie sul mio conto! Non l’ho vista neppure mentre mi frustavano, ma non poteva non esserci: lei c’è sempre! Ora mi sembra proprio di sentire il suo sguardo su di me: starà preoccupandosi, come sempre, come tutte le mamme del mondo, anche se non parla, non si lamenta, non impreca. Cercherò di rialzarmi per lei, ma non so se ci riuscirò: sono così stanco!“

Signore, quante volte anch’io cado, perché non riesco a tenermi dritto sulla strada della vita. Non riesco a superare le prove , non so cosa fare di fronte a certe difficoltà: aiutami, Signore, a rialzarmi quando mi lascio convincere ad intraprendere strade non buone, quando tutto mi appare lecito e non riesco a distinguere il vero dal falso. Aiutami perché da solo non ce la faccio.

IV Stazione: Gesù incontra sua madre

Luca 2,34

Simeone disse a  Maria: “Egli è qui come segno di contraddizione: E anche a te una spada trafiggerà l’anima!

“Eccola là mia madre Lei mi viene sempre dietro, mi segue da lontano, senza farsi vedere, ma io so che è là: non le sfugge niente. E’ come quando ero piccolo e imparavo a camminare: lei non mi aiutava, non mi diceva niente, ma mi guardava per accorrere subito, se ero in difficoltà…è come quando volevo “lavorare” nella bottega di Giuseppe, il mio papà, e potevo procurarmi qualche ferita: lei mi lasciava fare le mie esperienze, ma correva subito se mi ero fatto male. Povera donna, chissà come soffre a vedermi così. Glielo ho letto negli occhi, mentre mi guardava: erano pieni di lacrime…ma lei non parlava!“

Signore, tua madre soffre per te, glielo aveva detto Simeone, ma non pensava proprio che dovesse capitare tutto questo a suo figlio. Ogni mamma è pronta a soffrire, a dare la vita per i propri figli, ma certe volte non ci si fa proprio, il dolore è troppo grande, non si può sopportare. Aiutale tu, Signore, tutte quelle mamme che si arrendono di fronte al figlio malato, drogato, carcerato… dona loro la forza per combattere ancora, dona loro il coraggio di accogliere sempre come il primo giorno e di amare anche quando diventa difficile.

V Stazione: Il Cireneo aiuta Gesù a portare la croce

Luca 25,26

Mentre lo conducevano via, presero un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù.

“Si sono accorti che non ce la faccio proprio più e hanno capito che ,se continuo a portare la croce , al luogo del supplizio non ci arrivo proprio. Si è trovato a passare un uomo, un contadino, una persona qualunque e l’hanno obbligato a portare la mia croce. E’ un uomo forte, ce la farà sicuramente! Forse avrei preferito continuare a portarla io ,così questo tormento sarebbe finito prima, ma debbo ancora soffrire molto: sia fatta la tua volontà, Padre!“

Signore, dell’uomo che ha portato per te la croce Luca ricorda il nome: Simone, forse, perché non lo dimenticassimo; delle persone di cui non sappiamo il nome ci dimentichiamo presto Al suo nome è legato il luogo d’origine: Cirene e noi chiamiamo Cireneo chi si prende cura degli altri, chi trascura le proprie cose per donare un po’ di tempo a chi si sente solo, a chi ha bisogno di aiuto Signore, quante volte potrei farmi cireneo di chi mi passa accanto, ma resto chiuso nel mio egoismo, non sono disponibile ad ascoltare l’altro, perché ho sempre troppo da fare, non sono pronto a soccorrere l’altro, perché “ci son tanti che ci pensano”, non intervengo quando potrei, perché io  “mi faccio i fatti miei”. Aiutami, Signore ad essere presente quando l’altro soffre e ha bisogno di me.

VI Stazione: La Veronica asciuga il volto di Gesù

Isaia 53

Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi Disprezzato e rifiutato dagli uomini, …come uno davanti al quale ci si copre la faccia

“Ci siamo fermati un poco, la gente fa chiasso, molti tornano alle proprie case, alcuni continuano a pensare ai propri affari: sono abituati a scene simili, perché i romani spesso conducono al supplizio quelli che si ribellano. Una donna si fa largo tra la gente, le lacrime cadono dai suoi occhi, ma non prova ribrezzo per le piaghe che coprono il mio volto e tutto il mio corpo; si avvicina, con un panno pulito per asciugarmi il sudore e il sangue.. Grazie, Veronica, per aver alleviato un po’ il bruciore delle ferite!“

Signore, non mi piace guardare in faccia chi soffre: Quando alla televisione trasmettono filmati che mostrano tanti bambini pieni di piaghe, assetati, affamati, coperti di mosche, io cambio canale perché mi fanno troppa pena… Se, però, vado a fondo nel mio cuore, non voglio vedere non per eccesso di pietà, ma per pura viltà, perché quei volti, quei corpi mi interpellano, mi mettono in crisi e… sento il peso del mio benessere: Chi sono io da meritare una vita migliore di costoro?

VII Stazione: Gesù cade la seconda volta

Salmo 68

Salvami, o Dio, sono caduto, affondo nel fango e non ho sostegno…

“Ora sono proprio caduto. Ho cercato di tenermi dritto, ma mi girava tutto intorno, forse perché non ho preso cibo dalla cena di Pasqua, Che cena! I miei amici l’hanno preparata  con tanta  cura. La sala era quella che avevo scelto io, bella ampia, coperta di tappeti Tutto era pronto secondo la tradizione: l’agnello, le erbe amare, il pane senza lievito, il vino… Erano contenti i miei amici perché quando eravamo arrivati a Gerusalemme ci avevano accolto con tanti onori…Io ero pronto a lasciare loro il segno più grande del mio amore: il mio corpo…il mio sangue…in quel pane, in quel vino!“

Signore, tu sei di nuovo a terra a condividere con me le mie pene. Signore , tu, per ridarmi forza hai voluto donarmi te stesso nel pane e nel vino dell’Eucaristia.
Io lo so che non merito tutto questo, ma tu sei venuto a salvare proprio me , perché tu mi ami così come sono e comprendi di me anche ciò che io stesso non riesco a capire. Grazie, Signore.

VIII Stazione: Gesù incontra le donne di Gerusalemme

Luca 23, 28

Figlie di Gerusalemme  non piangete su di me, ma su voi stesse e sui vostri figli…

“Le donne continuano a seguirmi, piangendo, strappandosi i capelli: Non so se si tratta veramente di compassione o è solo un rito da ripetere ogni volta che un condannato viene portato al patibolo. Non lo so, ma non importa; anche se “è solo scena” mi serve per far capire ancora qualcosa a questa gente, che, forse, di quel che ho detto in tre anni di predicazione, non ha capito quasi niente: Glielo ho detto tante volte: Convertitevi, cambiate vita, ma non solo esteriormente; Cambiate mentalità…”I miei pensieri non sono i vostri pensieri”.“

Signore, tu sei di nuovo a terra a condividere con me le mie pene. Signore , tu, per ridarmi forza hai voluto donarmi te stesso nel pane e nel vino dell’Eucaristia.
Io lo so che non merito tutto questo, ma tu sei venuto a salvare proprio me , perché tu mi ami così come sono e comprendi di me anche ciò che io stesso non riesco a capire. Grazie, Signore.

IX Stazione: Gesù cade la terza volta

Isaia 53,7-8

Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come un agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai tosatori; e non aprì la sua bocca

“Eccomi di nuovo a terra: è che non ce la faccio più: sono ferito, umiliato, stanco, affamato, assetato…Ricordo che, quando i miei amici mi venivano dietro e io mi accorgevo che erano stanchi, li chiamavo in disparte per farli riposare un poco: tutti hanno bisogno di riposare il corpo e lo spirito…Ricordo che quando vedevo la gente stanca e affamata , provvedevo io a sfamarla con i pochi pani e i pochi pesci, che il mio amore moltiplicava per loro… Anch’io sono stanco e solo, ”come agnello portato al macello”“

Signore, quante volte anch’io mi sento stanco e sfiduciato, mi sembra di non poter più farcela. Ma poi , quando meno me l’aspetto, qualcuno mi offre la mano per sostenermi, per farmi sentire meno solo: sei tu, Signore, che per mezzo di lui , mi doni il tuo aiuto e il tuo conforto. Fa che io sappia sostenere chi è in difficoltà, chi non sa a chi rivolgersi, chi non osa chiedere aiuto. Fa, Signore, che io sappia farmi prossimo di tutti così come tu ci hai insegnato.

X Stazione: Gesù è spogliato delle sue vesti

Matteo 27, 33-37

Giunti in un luogo chiamato Golgota, che significa luogo del cranio, gli diedero da bere vino mescolato a fiele, ma egli, assaggiatolo, non ne volle bere

“Siamo giunti al luogo del cranio, chiamato così perché completamente privo di vegetazione e usato come discarica di rifiuti. E’ il luogo scelto per l’esecuzione della condanna a morte più infamante: la crocifissione. Sono pronti, ma prima debbono togliermi le vesti: me le avevano tolte pure nel pretorio per mettermi addosso un manto scarlatto e trattarmi da re da burla, insultandomi e prendendomi in giro in ogni modo, poi mi avevano rimesso le mie vesti: ora me le tolgono di nuovo, Quella tunica con le maniche, intessuta tutta d’un pezzo,  fa proprio gola a tutti  e i soldati “tirano  a sorte a chi tocca”“

Signore, prima di inchiodarti sulla croce, i soldati ti strappano le vesti, che diventano per loro un buon bottino e a te procurano nuovi dolori, si erano ormai attaccate alle ferite della flagellazione, che ricominciano a sanguinare. Signore, perdonami se tante volte con i miei comportamenti superficiali e poco attenti all’altrui sensibilità, procuro tanto dolore a chi mi sta vicino.

XI Stazione: Gesù è inchiodato alla croce

Giovanni 19, 18-19

Giunti sul Golgota lo crocifissero e con lui altri due: uno da una parte e uno dall’altra e Gesù nel mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce , vi era scritto: “Gesù il nazareno, il re dei Giudei”.

“Sono sulla croce, il legno graffia la mia pelle già tutta piagata ad ogni movimento. Sono qui, sospeso tra cielo e terra ,ma ho “pietà di loro perché sono pecore senza pastore” e col cuore e con le labbra prego: “Padre, perdonali perché non capiscono quello che fanno” Ci sono due uomini accanto a me, condannati, come me, a questo supplizio. Sono due rivoluzionari che non sopportano  di obbedire ai romani, Anche io sono per tutti un rivoluzionario, perché ho smascherato la loro ipocrisia, li ho chiamati “sepolcri imbiancati” , belli di fuori, ma pieni di marciume…non mi hanno accolto proprio perché ho “svelato i segreti di molti cuori”“

Signore, anche nel mio cuore tu leggi e vedi che tante volte voglio apparire quello che non sono, soprattutto ora che la pubblicità, la moda e anche la politica e, a volte anche la Chiesa, apprezzano  solo ciò che appare: chi è forte, chi è bello, chi  è giovane e scattante e dimenticano che il bene e il bello possono albergare anche in chi “non ha apparenza né bellezza”. Signore, insegnami ad apprezzare gli altri per quello che sono e aiutami a perdonare a me e agli altri perché non siamo capaci di “essere”

XII Stazione: Gesù muore in croce

Matteo 27, 46

Alle tre Gesù gridò forte: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? E, dando un forte grido spirò.

“Sulla croce sono solo.

Ho visto mia madre sostenuta da Giovanni e gliel’ho affidata: povera donna, aveva solo me…non poteva restar sola! Ho voluto affidare a lei, alle sue cure di mamma, lui, il mio amico più caro e, con lui, tutti gli uomini e le donne che vorranno invocarla come madre, ma anche chi non la invocherà, perché una mamma ha cura di tutti i suoi figli , anche i più scapestrati e provvede anche a quello che non la rispetta… Sono ora del tutto solo e mi accorgo che anche il Padre mi ha abbandonato…Io no, io non ti abbandonerò, io sarò con te, sempre: non aver paura!“

Signore, solo sulla croce, soffri e gridi, prima di chiudere gli occhi, Quante persone, come te muoiono sole , abbandonate da tutti, dimenticate anche dagli amici: Signore, di sicuro sarai loro accanto nell’ora del dolore e non permetterai che sentano l’abbandono di Dio.

XIII Stazione: Il corpo di Gesù viene affidato alla madre

Marco 15, 42-46

Sopraggiunta la sera, Giuseppe d’Arimatea andò da Pilato per chiedere il corpo di Gesù. Pilato concesse la salma. Egli allora, comprato un lenzuolo, lo calò giù dalla croce e ve lo avvolse.

“Il mio corpo esanime pende dalla croce ed ecco che, per adempiere ad un atto di pietà tra i meno riconosciuti, tra i più ripugnanti: provvedere a comporre un cadavere per la sepoltura, si fa avanti un amico, che fino ad adesso ha seguito di lontano, senza tante chiacchiere, senza apparire. Nell’antico testamento è singolare la figura di Tobi, il quale affronta mille pericoli per seppellire i morti. Ora il mio corpo, deposto dalla croce viene ridato a mia madre: quanto dolore nei suoi occhi! Forse sta pensando a quando son nato nella grotta di Betlemme o a quando mi ha perso a Gerusalemme, (anche allora tre giorni d’inferno per lei) o al mio battesimo nel Giordano e a quella voce ”Questi è mio figlio!”…“

Maria, quale dolore per te ricevere tra le braccia il corpo senza vita del tuo figlio.

La tua passione è iniziata quel giorno a Nazareth, quando hai detto di sì al tuo Signore che ti chiedeva di essere madre, e di esserlo senza avere un uomo,  sconvolgendo tutti i tuoi progetti. Tu, giovane fanciulla di uno sperduto villaggio della Galilea, non ti sei tirata indietro, ti sei fidata del tuo Dio .Ora sei chiamata a dire un altro sì, ancora più drammatico: accettare la morte di quel figlio, che tu sai non solo tuo, ma  di quel Dio che chiede sempre tanto a chi sa dare…

XIV Stazione: Il corpo di Gesù è deposto nel sepolcro

Giovanni 19, 41-42

Nel luogo dove era stato crocifisso vi era un giardino  e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora deposto. Là dunque deposero Gesù a motivo della preparazione dei Giudei, poiché quel sepolcro era vicino

“Oggi i Giudei si preparano alla festa; quante volte anche io vi ho preso parte, ora, invece mi mettono in questo sepolcro non ancora utilizzato da nessuno perché è vicino e possono far presto, senza rischiare di diventare impuri e poter celebrare , nella purezza rituale, la Pasqua. Solo nell’orto degli ulivi: gli amici dormivano, solo  nel pretorio: ho visto Pietro che mi seguiva da lontano, ma non ha avuto coraggio e mi ha rinnegato, solo sul calvario, sospeso tra cielo e terra: anche Dio mi ha abbandonato; ancora solo, ora, in questo sepolcro, adagiato su quella pietra  fredda come il mio corpo senza vita.“

Signore, il tuo sepolcro, il santo sepolcro: quante lotte, quante vite spezzate in nome di questo luogo che ha visto adagiate le tue membra prive di vita L’ uomo è capace di rovinare anche le cose più belle e sacre in nome di una “religione” senza senso: La parola “religione” vuol dire “legame”, legame che deve unire l’uomo a Dio ed in nome suo si  sono commesse e si commettono barbarie da tutte le parti.

XV Stazione - La Resurrezione

Giovanni 20, 14-16

Maria si voltò e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù. Le disse Gesù: Donna , perché piangi? Chi cerchi?

Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse. Signore, se l’hai portato via tu , dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo

Gesù le disse: Maria!  Ella allora, voltandosi verso di lui , gli disse in ebraico: Rabbunì! che significa maestro….

“Maria non mi ha riconosciuto : il mio aspetto non è più lo stesso. I miei amici, Pietro, Giacomo e Giovanni  hanno potuto vedermi così quel giorno, sul Tabor : Pietro, sempre così entusiasta, voleva addirittura costruire tre tende: una per me, una per Mosè e una per Elia. Ed è stato allora che gli ho rivelato quello che stava per accadere: la mia passione, la mia morte, la mia resurrezione; di sicuro non ha capito bene quel che gli ho detto…

Ora sono risorto e darò a loro: agli amici, a Maria, a tutti quelli che vorranno accettare il mio invito, il compito di annunciare al mondo la più bella notizia, la sola che può liberare: Cristo è risorto!“

Signore, ti ritenevo ormai sconfitto, ma sei risorto e mi ridoni la speranza. Tra pochi giorni, lasciando la terra mi prometterai la tua presenza per sempre  “Io sarò con voi, sempre” e manterrai la tua promessa inviando lo Spirito consolatore. Grazie, Signore.